«L’idea di affittare uno spazio comune e di lavorare insieme era nata già prima che cominciassero le proteste, quando è cominciato l’Estallido Social, ci siamo detti: aspettiamo che la situazione si calmi e formiamo una cooperativa o iniziamo subito come collettivo e poi si vedrà in futuro cosa diventare?» Siamo partiti e ci siamo ritrovati immediatamente parte integrante delle manifestazioni». Iñaki de Rementería, insieme a Camila Fuenzalida, Pablo Suazo, Danila Ilabaca, Rodolfo Muñoz, Paula López e Gabriel Vilches hanno così dato vita a Pésimo Servicio.
Questo gruppo di amici si è conosciuto e formato ai tempi dell’università, durante gli anni segnati dalle proteste studentesche del 2011, hanno tutti studiato all’Instituto de Arte della Pontificia Universidad Católica di Valparaíso, città portuale ad un’ora di distanza da Santiago del Cile. Nota per le ripide funicolari e le colorate case in cima alle colline e per La Sebastiana, l’originale ex residenza del poeta cileno Pablo Neruda, oggi museo aperto al pubblico con ampie vedute sull’Oceano Pacifico, Valparaíso, città patrimonio dell’Unesco dal 2008, è famosa anche per essere una fucina della resistenza studentesca e di gran parte della produzione artistica nazionale. A metà dicembre dello scorso anno, i ragazzi di Pésimo Servicio hanno partecipato alla Semana de reflexion sobre los derechos humanos durante la quale hanno realizzato un lavoro, su invito di un curatore dell’evento e che ha avuto molta popolarità nel paese: l’azione artistica è stata quella di disegnare una grandissima bandiera del Cile su un campo di calcio seguita dalla la parola “mata”, uccide. Il collettivo partecipa in maniera attiva alle mobilitazioni attraverso delle pratiche artistiche come dei volantini che riportano le frasi e gli slogan intonati durante le marce o che si trovano scritte sulle strade della città, vengono stampati durante le manifestazioni con un carrello dove trasportano una macchina serigrafica pronto all’uso in ogni momento. «Si sente dire spesso che l’arte ci può aiutare, se non addirittura salvare, in che modo può davvero farlo? Per quanto ci riguarda – spiega Danila Ilabaca – canalizziamo le idee che vediamo e ascoltiamo per strada e le restituiamo anche facendole diventare delle performance, in ogni caso testimonianza». Camila Fuenzalida ci racconta invece l’urgenza nata e condivisa da tutto il gruppo appena sono cominciate le proteste: «come collettivo artistico abbiamo denunciato quello che è successo e continueremo a farlo in futuro, l’arte è un veicolo che utilizziamo per riportare i dati dei feriti, dei mutilati e dei morti dal 18 ottobre scorso ad oggi. Le nostre posizioni politiche sono chiare, vogliamo una nuova costituzione, una sanità e un’istruzione pubblica forte e inclusiva».
Sinopsis Australis, associazione che si occupa d’arte contemporanea emergente tra Cile ed Italia, ha collaborato alla traduzione delle risposte dallo spagnolo all’italiano del collettivo Pésimo Servicio
Pubblicato su Left (17/07/2020)