Quei favolosi miradouros e anni ’60

Qualche settimana prima che il mio futuro ex coinquilino lasciasse la città decidemmo di organizzare una despedida, un festa di addio. C’eravamo dati appuntamento alle sette di sera in uno dei diciannove miradouros ufficiali, uno dei terrazzi più popolari e conosciuti della città e uno dei tanti punti panoramici dove si osservavano il Ponte 25 de Abril che attraversava il Tejo da una sponda all’altra e il Cristo Rei, statua che si ergeva dall’altra parte del fiume. Arrivai con Marco con mezz’ora abbondante di ritardo. João e Daniela erano già lì, Cecília invece non si presentò, ci inviò dopo qualche ora un messaggio per farci sapere che non si sentiva molto bene. Il miradouro di Santa Caterina era chiamato da chi lo frequentava anche l’Adamastor: il soprannome era dovuto alla presenza di una statua collocata al centro di questa splendida terrazza vista Tejo, raffigurante un gigante basato sulla mitologia greca, creatura inventata dalla fantasia di Luís de Camões nel poema epico Os Lusíadas, l’Adamastor, appunto. Continua a leggere “Quei favolosi miradouros e anni ’60”

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Una nuova Lisbon story contro la gentrification

Madonna seduta su una delle scalinate di Lisbona – tratto dal profilo Instagram di Madonna

«Ho visto Madonna in quel locale dove si suona dal vivo e fanno jam session, quello dove vai spesso te, ci credi?». Mi è arrivato qualche settimana fa un WhatsApp alle 3 di notte da un amico; visto il contenuto, non mi sono sorpreso più di tanto. Avevo letto qualche mese prima su un quotidiano sportivo che la signora Louise Veronica Ciccone, in arte Madonna, per stare vicino al figlio David Banda di 11 anni, ora nelle fila del settore giovanile del Benfica, storica squadra della città, avesse deciso di trasferirsi a Lisbona. Su un giornale di gossip portoghese, poi, ho anche letto abbastanza recentemente che la popstar internazionale, famosa dai primi anni ’80 quando cantava Like a Virgin, ha acquistato a Sintra, a pochi chilometri dalla capitale portoghese, uno storico castello del XVIII secolo.

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Rui Sousa, il campione senza vittorie più amato dai portoghesi

Foto di Luca Onesti tratta da C’era una Volta in Portogallo

Ci sono atleti che inseguono una vittoria durante tutta la loro carriera, senza mai riuscirci. Magari ci arrivano vicino, ma quella vittoria che sognano fin da bambini gli sfugge di mano per un soffio. L’emblema di questo prototipo di campione senza vittoria nel ciclismo è Rui Miguel Sousa Barbosa, chiamato dai cronisti sportivi semplicemente Rui Sousa.

Il ciclista lusitano, conosciuto in patria e praticamente sconosciuto fuori dai confini nazionali, è andato tante volte vicino alla vittoria finale della Volta a Portugal, la maggior competizione ciclistica a tappe portoghese che si svolge generalmente tra la fine di luglio e la prima settimana di agosto.

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