Nova Lisboa. Razzismo e abitazione in Portogallo

Questo reportage, realizzato insieme a Luca Onesti, è uscito su Frontiere News il 12-12-2021, lo trovate qui in versione multimediale con diverse foto di Onesti.

«Noi possiamo essere della città o stare nella città, e le due cose sono importanti perché una persona si senta cittadina in uno spazio geografico, qualunque esso sia. Ma la maggior parte delle volte quello che succede, specialmente con i migranti, è che non sono della città ma soltanto stanno nella città».

Mamadou Ba, dirigente e attivista di SOS Racismo, associazione nata a Lisbona all’inizio degli anni Novanta, ritiene che per comprendere meglio il razzismo in Portogallo ci sia bisogno di riferirsi alle politiche pubbliche in aree diverse come quella dell’abitazione, dell’educazione, della sanità e della giustizia sociale. Ad esempio, l’offerta del servizio sanitario nazionale nelle diverse zone dell’area metropolitana di Lisbona si differenzia per qualità e accessibilità.

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Lisbona, una capitale in crisi di identità

Nella foto Rita Silva al centro insieme ad altre attiviste di Habita

Almeno 100 mila nuovi appartamenti in tutto il Portogallo di proprietà dello stato da affittare alle famiglie meno abbienti a prezzi accessibili, tra i 150 euro e i 500 euro mensili. È stato uno dei punti programmatici della campagna elettorale del BE (Bloco de esquerda) partito che domenica scorsa 6 ottobre, si è riconfermato terza forza del paese con il 9,67% dei voti. Il Be ha dichiarato di essere disponibile a ripetere l’esperienza della scorsa legislatura, la cosiddetta Geringonça, l’accordo programmatico che ha visto al governo il Partito Socialista (vincitore di queste ultime elezioni ma senza avere la maggioranza minima dei seggi per governare da solo) con l’appoggio esterno dei comunisti e del Bloco. Non sappiamo ancora se questa formula si ripeterà anche nei prossimi anni, quello che invece è certo è la “questione abitativa”, diventato un vero problema per molto famiglie, soprattutto nella capitale portoghese.

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Diario di Volta

Domenica 4 agosto 2019: una giornata calda in Portogallo. I ciclisti partecipanti all’ottantunesima edizione della Volta a Portugal, la maggior competizione a tappe portoghese, transitano per Covilhã intorno alle cinque di pomeriggio. Si raggiungono i 32 gradi ma la temperatura percepita è maggiore, è la quarta tappa di dieci previste, manca l’ultima salita, quella decisiva, che fa male a gambe e polmoni. Covilhã si trova sul versante sud-est della Serra da Estrela, il maggior gruppo montuoso lusitano e ora i corridori, dopo essere partiti da Pampilhosa da Serra (paese che fa parte del distretto di Coimbra) intorno alle 13.20 ed aver pedalato già per circa 125 km, devono affrontare la parte finale del percorso.

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Lisboom. E quella gentrificazione che sta cancellando Lisbona

Foto tratta dalla pagina facebook dell’artista Andrea Tarli

«Quel bel giorno d’estate, con la brezza atlantica che accarezzava le cime degli alberi e il sole che splendeva, e con una città che scintillava, letteralmente scintillava sotto la sua finestra, e un azzurro, un azzurro mai visto», scriveva Antonio Tabucchi nel suo romanzo capolavoro Sostiene Pereira, (è uscito recentemente nei Meridiani un’edizione con tutte le sue opere, scritti editi e inediti). Esiste ancora la Lisbona lucente e decadente raccontata nello splendido Lisbon Story di Wim Wenders? La Lisbona di Fernando Pessoa, della fadista Amália Rodrigues e del Fado, è cambiata tanto e cambia sempre di più. È sempre più mercificata, standardizzata, sta diventando simile a tante altre capitali europee.

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Quella corsa in bicicletta nelle terre di José Saramago

Si chiama Volta ao Alentejo, ma solo sulla carta, per tutti è l’Alentejana. È così da trentasette anni, l’ultima edizione si è corsa dal 20 al 24 marzo: sei tappe in cinque giorni. Nell’albo d’oro della competizione figura anche la vittoria di Miguel Indurain nel 1996, ma più che per il blasone della gara a tappe, correre qui è soprattutto un modo per scoprire l’Alentejo, regione a sud del Portogallo, tra Spagna, Oceano Atlantico, sopra il ben più celebre Algarve. È terra di emigrazione, di uomini e donne partiti verso Lisbona e l’estero in cerca di fortuna e lavoro, di conquiste arabe e reconquiste cristiane, di case vinicole e di produttori di olio, di città fantasma e di Cante Alentejano, patrimonio culturale e immateriale dell’umanità Unesco dal 2014.

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